mercoledì 11 marzo 2015

Interludio 7: Air

Micheal 'Air' Jordan

Mentre tutta l’Ameirca sportiva era presa delle già leggendarie sfide fra Celtics e Lakers, un giocatore iniziava ad imporsi all’attenzione dei media.
Il suo nome era Michael Jeffrey Jordan, spettacolare guardia dei Chicago Bulls, scelto con la terza chiamata assoluta al draft del 1984.
Jordan era la cosa più vicina a Julius Erving che si fosse mai vista sui parquet della NBA.
Superbo realizzatore, atleticamente devastante, i suoi voli a canestro, le sue tremende schiacciate, il fatto che riuscisse a rimanere in aria sempre un secondo più degli avversari, solleticarono da subito la fantasia del pubblico e gli procurarono l'appellativo di Air.
I Bulls erano una squadra che apparteneva alla periferia del basket che contava, ma con Michael in campo iniziarono ad approdare costantemente in post season. Mentre la dirigenza si attivava per costruire attorno al proprio asso, una squadra all’altezza, Jordan iniziava a far parlare di sé a suon di voli, di schiacciate e record realizzativi.
E quando nei playoffs del 1986 Michael sfidò gli imbattibili Celtics di Larry Bird, fu chiaro a tutti che quel giovanotto con numero 23 sulle spalle avrebbe scritto pagine importanti ed epiche nel grande libro della National Basketball Association.

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