giovedì 5 marzo 2015

Giallomania recensisce Immagina i Corvi

 Paola Baldi su 'Giallomania':
  
“Immagina. Immagina tutto ciò. E’ quanto ti è accaduto un pomeriggio d’estate di parecchi anni fa. L’estate che segnò la tua vita, la vita di un intero paese. L’estate del 1986. L’estate della grande siccità. L’estate che per tutto il mondo fu quella di Maradona. Per gli abitanti di Spinòsa, fu l’estate dei corvi.”
Queste poche frasi racchiudono l’essenza del libro, sono il fulcro della storia. Di che libro sto parlando? Parlo del romanzo “Immagina i Corvi” di Luigi Sorrenti, editore TEA collana tre60
Parliamo del romanzo, come potrei classificarlo? Per alcuni aspetti mi viene in mente Edgar Allan Poe, per come descrive l’ambientazione cupa, sinistra, misteriosa, quel tocco di diabolico, quasi Gotico. Senti la paura sulla pelle, le strade deserte, l’afa, il caldo che ti si appiccica addosso. Per altri aspetti mi ricorda molto “Gli uccelli” di Alfred Hitchcock, come nel film, anche in questo romanzo abbiamo un’invasione di corvi, si impossessano del paese, senti il silenzio prima dell’arrivo, il terrore nelle persone, lo vedi nei loro occhi. Arrivano inquietanti, hanno un ruolo importante nella trama. Come il personaggio misterioso tutto vestito di nero, chiamato l’uomo dei corvi che arriva e sparisce con loro.

Piano piano si arriva al thriller con il primo morto ammazzato, una morte violenta, una morte che riporta al 1986, sì la famosa estate del 1986. Ed è proprio questa morte inaspettata, che fa ritornare alla memoria degli abitanti quella tragica estate. Portando con sè tutti i segreti nascosti e sotterrati per anni. La paura nella gente la senti, la percepisci, come il sospetto verso tutti, e per chi sa cosa è successo, la paura di essere scoperto.
Questo morto dà inizio al giallo, iniziano le indagini, gli interrogatori, la chiusura delle persone nel non parlare, nel non vedere quello che succede, i vari pettegolezzi di paese. Additandosi l’uno contro l’altro per sviare le indagini. Puntando il dito verso quelli “strani”.
Una storia che fin dalla prima pagina ti cattura e non ti molla fino alla fine del libro. Una trama originale ed intrigante. Il ritmo è sempre alto, non ci sono cedimenti, buchi, è una corsa contro il tempo per trovare il colpevole. L’autore usa uno stile di scrittura particolare, il libro è tutto in terza persona, tranne alcune parti che sono in seconda persona, come volesse renderti partecipe della storia. Una scrittura fluida, semplice, lineare ed essenziale. I capitoli sono suddivisi per personaggi, un modo semplice per non fare confusione.
E’ un romanzo corale, tanti personaggi ben caratterizzati,  tutti sono principali e al contempo secondari, la Marchesa Donna Filomena, il fabbro Beppe Lorusso, il giornalista Romeo Grimaldi, l’Ispettore Guido Taviano, Don Raffaele, la Famiglia Corsi, i bambini Alice, Simone, Ennio, Giosuè e tanti altri. Ma il Personaggio più importante è Spinòsa, il paese. Molto ben descritto, ti sembra di vederlo, di viverci. Un paesino, uno come tanti, con la corruzione, l’omertà, le superstizioni, l’ignoranza verso colui che è diverso, dove tutti sanno tutto di tutti, di bigotti. Il classico paese dove la gente scappa, i giovani scappano, con le stradine strette impolverate, dove si ritrovano in piazza a spettegolare, dove il bene si confonde con il male e viceversa. Ma noi sappiamo benissimo che in giallo niente è come sembra…aspettatevi un finale spiazzante!!
Devo dire che questa opera è stata una bella sorpresa. Sì mi aveva colpito la copertina e la storia, ma non pensavo che fosse cosi complessa, intrigata ed il tutto fino alla fine, senza lasciarti un attimo di respiro. Per tutti coloro che volessero fare notte fonda, consiglio vivamente la lettura di questo romanzo.




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